Forme arcaiche plasmate fino a comporre una sorta di “danza delle dita” si sovrappongono adagiandosi delicatamente al corpo con la capacità di ricondurci al tatto a una delle caratteristiche più misteriose della porcellana: la sonorità.
Un gioco di ombre ridisegna sulla pelle, stratificandosi in un divenire quasi materia un inconsueto e inedito ornamento “ancestrale”.